Stessamente - (Ef 3,2-3a.5-6) |
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Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni |
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il mistero |
Nelle lettere di s. Paolo, e in modo particolare in Efesini e Colossesi, troviamo l'annuncio del mistero per eccellenza. È un mistero che appartiene al Padre ma che nel Figlio viene rivelato. Il mistero rappresenta non solo qualcosa di nascosto e di indicibile (in greco muto e miope utilizzano la stessa radice verbale) quanto una sorta di confine, un limite da cui osservare una realtà altra. La “mistica” (termine appartenente allo stesso gruppo di derivati lessicali) riguarda proprio la contemplazione oltre il limite del mistero che segna il confine tra nascondimento e rivelazione, chiusura e apertura, silenzio ed esplosione della lode. |
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le genti sono chiamate |
Questo «mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi» (Col 1,26) ha dello strabiliante sia per il popolo ebraico che si riteneva privilegiato dalla promessa di Dio sia per le genti, tutti i popoli della terra, soprattutto coloro che avevano la percezione di essere esclusi dalla vocazione universale alla salvezza. Già i profeti annunciavano un banchetto a cui tutti i popoli sono chiamati a partecipare, un progetto di liberazione: Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti (Is 25,7). Era l’annuncio dello svelamento del mistero. |
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a condividere la stessa eredità |
Per capire cosa Paolo ci sta dicendo occorre lasciarci meravigliare da tre parole, sono: synklêronoma (coeredi), syssoma (stesso corpo, concorpo), symmetocha (compartecipi). Queste parole sono accumunate dalla particella syn (con, stesso, insieme, unito), particella che dà anche origine ad una molteplicità di parole come sinonimo, sintetico, sinodo, sinergia, ecc. Messe così una dietro l’altra si integrano e si rafforzano a vicenda, ci offrono un testo pieno di enfasi. L’oggetto della meraviglia che ancora ci lascia perplessi e incapaci di capire e accogliere è che non è la stessa eredità, o la stessa promessa le cause della formazione dello stesso corpo, ma il fatto di essere “stessamente” eredi e “stessamente” partecipi. Ci troviamo davanti ad un'affermazione sorprendente, incredibile, colma di conseguenze straordinarie. |
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per mezzo del Vangelo |
Questo dobbiamo credere e questo, come cristiani - santi e profeti – dovremmo essere capaci di annunziare. Non si tratta di abbattimento di muri o di frontiere quanto superare ogni logica di divisione, capire ciò che è nel pensiero di Dio fin dalla creazione così meravigliosamente raccontato in Genesi: Adamà, primo creato, è segno di unità del genere umano e precede ogni divisione anche quella tra uomo e donna, perché che ogni divisione è orientata all’unità: Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Gn 2,24). |
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